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Pietro di Mazzaforte e bottega

Cristo crocifisso fra la Vergine e San Giovanni

Materiale / tecnica:

Tempera su tavola

Dimensione:

49x41 cm

place Posizione:

Complesso museale di San Francesco - Primo piano - Pinacoteca



La croce processionale è dipinta su entrambe le facce ed è trilobata alle estremità. È perduta la parte terminale in basso e le sfere sui trilobi. Il fondo oro risulta molto consunto tanto da mostrare in più parti l’imprimitura. Anche la pellicola pittorica, soprattutto nelle parti più esterne, è andata persa rendendo illeggibile la figura del tabellone superiore. La croce fu restaurata nel 1914 da Giuseppe Colarieti Tosti ed esaminata subito dopo dallo Gnoli che ne ha proposto una datazione intorno al 1400. Al centro è raffigurato Cristo crocifisso con il capo inclinato e coronato di spine, i lunghi capelli ricadenti sul torace ossuto squarciato dalla ferita del costato. I piedi sono confitti con un unico chiodo a forma di fungo tipico della tradizione figurativa umbra trecentesca. Al di sopra della croce vi è il pellicano nel suo nido raffigurato nell’atto di lacerarsi il petto per far scendere il sangue sui suoi piccoli e resuscitarli. Si tratta di un soggetto assai diffuso descritto nei Bestiari e che sta a rappresentare sia Dio Padre che sacrifica Suo Figlio, sia il sacrificio di Cristo per il bene dell’umanità. Ai lati, sulle testate della Croce, la Vergine e San Giovanni con le mani congiunte in gesto di lutto. Il Cristo crocifisso sul verso invece, è ancora caratterizzato dai lunghi capelli biondo-rossicci ma viene variato nei dettagli iconografici: al si sopra della croce vi è la tabella con l’iscrizione “INRI” e all’estremità superiore vi è Cristo come Salvator Mundi. Ai bracci della croce vi sono San Francesco e San Ludovico da Tolosa, ben riconoscibile in virtù del piviale azzurro con i gigli d’oro della casata angioina. L’opera, oggi di proprietà del Comune di Trevi, denuncia una provenienza da un complesso francescano vista la presenza di due santi dell’Ordine, luogo forse da identificarsi nella stessa chiesa di San Francesco. Il dipinto è ascritto da Todini ad un anonimo Maestro delle Storie del Battista, personalità da altri studiosi identificata in Pietro di Mazzaforte, figlio di Giovanni di Corraduccio. Per coordinate stilistiche comunque, il dipinto va ricondotto entro tale ambito artistico. Iscrizioni: “INRI”, Provenienza: chiesa di San Francesco – Trevi (?), Restauri: 1914, G. Colarieti Tosti; 1996, Coo.Be.C., Spoleto

I testi sono tratti dal catalogo "Raccolta d'arte di San Francesco di Trevi" edito da Giunti mentre le immagini sono di proprietà della Regione Umbria e del Comune di Trevi.