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Pinturicchio

Madonna con il Bambino benedicente in un paesaggio

Materiale / tecnica:

Tempera su tavola

Dimensione:

49x38 cm.

place Posizione:

Complesso museale di San Francesco - Primo piano - Pinacoteca


Il dipinto rappresenta la Vergine che sostiene il Bambino su di una
balaustra con uno sfondo a paesaggio. Le ricerche condotte da Claudia
Grisanti e Stefania Petrillo hanno reso possibile individuare l’antica
collocazione di essa nella parete di fronte all’ingresso della sacrestia
della chiesa di San Francesco. Anche questa tavola fa parte del gruppo
di opere richieste in cessione da parte del Comune di Trevi a Tommaso
Galletti, priore del Sodalizio di San Giuseppe per evitarne la
dispersione. Questa vicenda non è menzionata dal Guardabassi (1872) che
ricorda la tavoletta ormai trasferita in Pinacoteca e ne orienta
l’attribuzione in direzione del Pinturicchio (“opera non compiuta d’un
imitatore di Pinturicchio”). Successivamente, in occasione
dell’esposizione alla Mostra di Antica Arte Umbra (1907), Giulio Urbini
appoggia con dubbio l’attribuzione al maestro. Bombe (1907) la ritiene
opera giovanile del Pinturicchio mettendola in relazione con la Madonna
di Londra e con quella della collezione Bufalini di Città di Castello.
Voce discordante sulla questione è quella di Everett (1907) che
l’attribuisce ad Antoniazzo Romano, proposta presto negata dal Ricci
(1912) che esprime, però, perplessità anche riguardo l’attribuzione al
Pinturicchio. Nel 1923 è lo Gnoli ha riconfermarla alla mano del maestro
datandola inoltre al decennio 1480-1490. In anni più recenti torna
sulla questione anche Todini (1989), Luchinat (1999) e Scarpellini
(2004) il quale, la ritiene modello di studio o forse prototipo da cui
furono ricavati gli altri esemplari noti. Le ultime voci critiche
portano ad allontanarsi dal nome del Pinturicchio: Gabrielli (2004)
parla di un altro maestro di qualità più contenuta, alla maniera di
Piermatteo d’Amelia, Mancini (2007), diversamente, trova affinità con
l’arte di Bartolomeo Caporali. Sia iconograficamente che per dimensioni,
l’opera è certamente da mettere in relazione con la Madonna con il
Bambino della National Gallery di Londra. Il dipinto è da considerarsi
fra le opere giovanili del Pinturicchio che vi propone il fortunatissimo
modello scolpito della Madonna del davanzale elaborato in ambiente
verrocchiesco. Rispetto all’opera di Londra è innegabile una
semplificazione dell’impianto. Manca del tutto, in particolare,
l’inquadramento architettonico appartenente ad una fase più matura del
maestro. L’esame del volto della Vergine rivela una finezza di
esecuzione evidente nei dettagli, nelle velature trasparenti della
veste, nell’uso del verde come base degli incarnati, tipico anche di
altre opere di Pinturicchio. Si nota anche un pentimento del piede del
Bambino verso la mano della Vergine ed è notevole tutta la sapiente
articolazione delle mani. Il paesaggio sullo sfondo esalta l’intera
composizione conferendole particolare armonia. Certi caratteri propri
del linguaggio pinturicchiesco si riscontrano nelle chiome punteggiate
d’oro degli alberi e nei sentieri a zig-zag. Non è insignificante
infine, la collocazione della tavoletta. Come già ricordato, nel 1867 si
trovava nella sacrestia della chiesa di San Francesco di Trevi. Circa
un anno prima della morte e stabilitosi ormai a Siena, el Pintoricchio
famosissimus vir, vende la sua casa di Porta Sant’Angelo con tutte le
sue suppellettili a Brunoro dei Petroni di Trevi per 230 fiorini. Si può
quindi, cautamente ipotizzare che il dipinto possa essere giunto nella
cittadina umbra proprio attraverso qualche personaggio della famiglia
Petroni per essere utilizzato come decorazione di un altare privato.

I testi sono tratti dal
catalogo "Raccolta d'arte di San Francesco di Trevi" edito da Giunti
mentre le immagini sono di proprietà della Regione Umbria e del Comune
di Trevi.