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Pietro di Mazzaforte e bottega

Madonna della Misericordia incoronata da due angeli

Materiale / tecnica:

Tempera su tavola

Dimensione:

106x93,6 cm

place Posizione:

Complesso museale di San Francesco - Primo piano - Pinacoteca



Il manufatto si presenta come cuspidato e dipinto su entrambe le facce; questo ne evidenzia il suo essere tavola processionale. In una delle due facciate compare il monogramma di Cristo in eleganti lettere gotiche, dorato e punzonato inscritto in un cerchio anch’esso dorato a rilievo da cui partono dodici raggi ritorti e altri diritti e fini; dalla lettera centrale (H) parte il braccio lungo della croce dove è raffigurato Cristo Crocifisso con un perizoma bianco. Sull’altro lato due angeli incoronano la Vergine della Misericordia di una corona imperiale; Maria indossa un ampio abito damascato rosso che riprende la stoffa del mantello aperto e foderato di vaio a protezione del gruppo di fedeli, cinque donne da un lato e cinque uomini dall’altro, inginocchiati in preghiera, su di un prato fiorito, attorno alla Vergine. La Madonna indossa una cintura molto simile al cordone dei Francescani che, seppur realizzato in oro ed insieme al trigramma bernardiniano, denuncia la provenienza da un ambiente francescano. Tale ipotesi è ora confermata dalla recente scoperta della documentazione storica la quale, ricorda anche questa opera tra quelle richieste, nel 1867, dal Municipio di Trevi a Tommaso Galletti, priore del Sodalizio di San Giuseppe di Trevi. Si ricava inoltre, che al tempo della cessione il manufatto era conservato nella cappella a destra dell’altare maggiore. L’opera è già ricordata in Pinacoteca dal Guardabassi nel 1872. Ritenuta da Bernardini (1906) di scuola eugubino-gualdese, è attribuita a Niccolò di Liberatore da Angelini Rota (1920) e Van Marle (1933). Per Cecchini è opera di un folignate con palesi richiami alunneschi. Toscano (1963) la considera di un imitatore dell’Alunno. Todini (1989, 2004) la ritiene eseguita dal Maestro delle Storie del Battista, artista anonimo che denuncia la sua formazione accanto a Giovanni di Corraduccio per poi volgersi a più espressivi effetti verso Bartolomeo di Tommaso e percorrere quindi, il suo itinerario verso aggiornamenti alla Niccolò d’Alunno. A questo artista bene aderisce lo stile della Madonna della Misericordia mentre, il Cristo Crocifisso denuncia delle componenti più arcaiche. L’opera è databile entro la prima metà del sesto decennio del Quattrocento, nel momento di più stretta collaborazione tra Niccolò di Liberatore e il suocero Pietro di Mazzaforte. Una produzione di dipinti processionali eseguiti da quest’ultimo, è d’altra parte ampiamente documentata. Questo ha fatto pensare di includere anche la presente opera nel detto elenco, come proposto anche dal De Marchi (2001). Iscrizioni: “Y(esus) H(umanitas) S(alvator), Provenienza: chiesa di San Francesco – Trevi, Restauri: 1991, Coo.Be.C., Spoleto

I testi sono tratti dal catalogo "Raccolta d'arte di San Francesco di Trevi" edito da Giunti mentre le immagini sono di proprietà della Regione Umbria e del Comune di Trevi.