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PIAGGIO, UNA LUNGA STORIA (1924-1945)

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Museo Piaggio - Piano terra - CORRIDOIO DELL'ARCHIVIO

La nuova fase espansiva dei primi anni ’20 porta i due soci ad aumentare il capitale sociale, che da 15 passa a 30 milioni di lire nel 1930, per fronteggiare coerentemente l’espansione produttiva. Ma nuove inquietanti nubi compaiono all’orizzonte italiano e mondiale: sono gli anni in cui giungono i contraccolpi della grande crisi. La fase è tra le più critiche nella vita dell’azienda: seguono anni segnati dalla caduta delle commesse e dalla drastica contrazione della produzione. La risposta di Rinaldo alla crisi va nella direzione di potenziare ricerca e innovazione: accanto a Giovanni Pegna l’azienda acquisisce le competenze di altri geni dell’ingegneria aeronautica, come Giovanni Gabrielli (che nei mesi in cui lavora per Piaggio costruirà a Finale una delle prime moderne gallerie del vento d’Italia), Giovanni Casiraghi (il progettista del celebre Piog) e Corradino d’Ascanio (1891- 1981), geniale inventore abruzzese, originario di Popoli, che, sottratto da Rinaldo alle attenzioni di Giovanni Agnelli, appena entra negli stabilimenti Piaggio progetta (1932) l’elica a passo variabile in volo.La crisi è completamente superata e quando il senatore Rinaldo Piaggio scompare, nel 1938, la produzione supera il valore di 160 milioni di lire negli impianti dei quattro modernissimi insediamenti liguri e toscani. I due figli maschi di Rinaldo si dividono le competenze: Enrico assume la responsabilità degli stabilimenti di Pisa e Pontedera, mentre Armando si occupa di quelli di Sestri e Finale Ligure. Continua la fase espansiva e arrivano risultati di alto livello tecnologico sia nella produzione motoristica che aeronautica: sono gli anni in cui Piaggio costruisce non solo treni, arredamento navale, motori aeronautici, aerei, ma produce anche autocarri, carrozze per tram autobus e funicolari, serramenti in alluminio.In quegli anni l’Italia fascista espande i confini nazionali nelle colonie d’Africa e alcune tra le maggiori imprese si insediano nei territori d’oltremare. Piaggio aggiunge dunque insediamenti produttivi nelle colonie di Addis Abeba e Gura e dà vita, per le riparazioni e costruzioni aeronautiche, alle Officine Meccaniche Africa Orientale (OMAO). La Seconda guerra mondiale è la nuova grande cesura nella storia del ‘900: il conflitto provoca distruzioni immani e coinvolge direttamente l’azienda Piaggio che per la sua produzione strategica ai fini bellici assiste impotente alla completa distruzione di molti dei suoi stabilimenti.Piaggio perde naturalmente gli stabilimenti africani. In Italia Armando riprende faticosamente negli impianti liguri le fila del settore aeronautico e il ripristino degli impianti per l’arredamento navale e ferroviario. Vengono sviluppati aerei progettati da Casiraghi e d’Ascanio, come il P 148 e il P149, velivoli scuola di piccole dimensioni, ben lontani dal grande quadrimotore P108, ma che ottengono grande successo e consentono un primo recupero delle capacità produttive. Negli stabilimenti toscani Enrico cerca un percorso imprenditoriale del tutto nuovo e accarezza il sogno di contribuire per far superare al Paese le difficoltà nei trasporti: l’avventura della Vespa sta per cominciare.