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Palazzo Re Enzo

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Palazzo Re Enzo - il Palazzo - Ambiente unico

Il Palazzo di Re Enzo è uno degli edifici storici della città, risale al XIII secolo e si affaccia su Piazza Nettuno. Nasce come ampliamento del Palazzo del Podestà, ed è stato costruito durante la metà del Duecento.
Il piano terra fungeva da magazzino per le macchine da guerra e per il Carroccio, un grande carro che portava in battaglia le insegne della città, mentre al piano superiore si trovavano la cappella e le sale del pretore. La bella Sala del Trecento, oggi sede dell’archivio comunale, risale al 1386, ed è opera di Antonio di Vincenzo. Durante una ristrutturazione dell’inizio del Novecento, è stato ripristinato l’aspetto gotico del palazzo: sono state ricostruite le merlature sulla sua cima, il grande scalone del Quattrocento e sono state riaperte le trifore.
Come suggerisce il nome, la sua storia è da sempre stata legata a quella del re di Sardegna, Enzo. Durante la battaglia di Fossalta, Re Enzo venne catturato dai Bolognesi e tenuto prigioniero prima nel castello di Anzola dell’Emilia, e in seguito trasferito a Bologna, dove è morto nel 1249 dopo 23 anni di prigionia. Attorno alla sua figura sono nate moltissime leggende nel corso dei secoli: secondo alcuni, c’era stato un tentativo di fuga dal castello di Anzola dell’Emilia che alla fine era stato sventato; un’altra leggenda parla di una somma favolosa che Federico II di Svevia avrebbe offerto come riscatto per il figlio e che i Bolognesi avrebbero rifiutato (tanto per dare un’idea più precisa, con quella somma si sarebbe potuta costruire l’intera cinta muraria della città). Secondo un’altra diceria, anche se trascorreva le sue giornate insieme agli altri prigionieri, durante la notte Re Enzo veniva rinchiuso in una gabbia appesa al soffitto e sorvegliata. Una curiosità: a Re Enzo era permesso ricevere delle visite femminili durante la prigionia, tanto che nel suo testamento nomina tre figlie naturali concepite proprio in questo periodo; secondo la leggenda, però, esisterebbe anche un quarto figlio maschio, che sarebbe poi diventato il capostipite della famiglia dei Bentivoglio.