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Giorgio De Chirico

Ritratto di Elide

Periodo:

1923 circa

Materiale / tecnica:

tempera grassa su tela

Dimensione:

42x33 cm (con cornice cm 65,5x56)

place Posizione:

Museo Casa Rodolfo Siviero - Piano terra - Salotto con camino

L'inventario di famiglia del 1956 riporta che il dipinto fu donato a Siviero dalla signora Matilde Forti, moglie di Giorgio Castelfranco e proprietaria del villino poi divenuto Casa Siviero, dove, nei primi anni Venti, De Chirico soggiornò a lungo. Lo stesso inventario riporta anche la notizia che Elide era la domestica di casa Castelfranco, ma che, secondo De Chirico, la donna del nostro ritratto era invece la moglie di un pittore romano.
Il dipinto, che nell'impostazione evoca modelli belliniani e giorgioneschi, è un bell'esempio dell'interesse di De Chirico per il recupero dell'arte rinascimentale all'inizio degli anni Venti. Il forte realismo del viso però rimanda anche all'interesse per Courbet, a cui il padre della metafisica si avvicina nel 1923. Inoltre il ritratto di Elide trova preciso raffronto in una serie di figure femminili eseguite da De Chirico proprio nel 1923, anno in cui egli soggiornò per molti mesi nel villino Castelfranco sul Lungarno Serristori.
Anche la tecnica a tempera grassa rimanda alle opere di De Chirico del 1923 invece che a quelle del 1920. Pertanto la datazione 1920 riportata da Siviero sul retro della tela è una indicazione generica che può essere corretta, precisandola in 1923.
Nel 2002 il dipinto è stato sottoposto a un restauro eseguito da Lisa Venerosi Pesciolini; la superficie pittorica infatti si stava arricciando e alcuni frammenti minacciavano di cadere. Il problema è stato risolto trasportando la pellicola pittorica su un nuovo supporto. Ciò anche in considerazione del fatto che, come dimostrato dalle analisi preliminari, l'opera era già stata riintelata, forse in seguito ad un danneggiamento sul margine destro della tela che risulta essere ritagliato.
La bella cornice è databile alla fine del Cinquecento o inizio del Seicento.